Disturbi specifici dell'apprendimento (DSA): una bussola per orientarsi

Cosa sono i DSA?

Con il termine DSA – Disturbi specifici di apprendimento – si identificano una serie di difficoltà nelle capacità di ascolto, espressione orale, lettura, scrittura e calcolo. Tali difficoltà sono state riconosciute ufficialmente a livello normativo per la prima volta nel 2010 con la legge nazionale n° 170 (Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico).

In particolare si parla di dislessia per problematiche relative alla velocità e correttezza di lettura, di disgrafia e disortografia per problematiche legate a difficoltà grafo-motorie o nell’abilità di scrittura e di discalculia per i problemi relativi al calcolo.

Nonostante non ci siano correlazioni tra i disturbi DSA e altri deficit sensoriali o intellettivi, il dibattito sull’argomento è di grande attualità in quanto si stima che i DSA riguardino il 3% circa dei bambini in età scolare e probabilmente il dato è ampiamente sottostimato per via dei sintomi talvolta confusi con altri disturbi o di diagnosi tardive.

Frequente è ad esempio il caso in cui il bambino manifesti un’apparente pigrizia o svogliatezza nei confronti della scuola - mal compresa o mal interpretata dal contesto scolastico o familiare – che in realtà è semplice conseguenza di enormi sforzi di concentrazione per riuscire ad ottenere dei risultati minimi, sperimentando inoltre la situazione spiacevole di provare difficoltà di fronte ai propri compagni, con relativo impatto negativo a livello di autostima o di motivazione all’apprendimento.

Diventa quindi cruciale effettuare una diagnosi corretta e per tempo dell’eventuale DSA, al fine innanzitutto di evitare inutili frustrazioni per il bambino e spiacevoli conseguenze quali un rendimento scolastico inferiore o il prematuro abbandono degli studi, ma anche per garantire la piena realizzazione delle potenzialità relazionali e lavorative dell’individuo nonché una maggiore serenità nell’ambiente scolastico e familiare.

Quando si può fare la diagnosi di DSA? 
I disturbi dell’apprendimento sono manifestano con l’inizio della scolarizzazione, per questo è possibile effettuare una diagnosi sicura di un eventuale DSA solo successivamente all’inizio del processo di apprendimento scolastico, ma anche a ridosso dello stesso.

In considerazione della complessità sollevata dai DSA, che ad oggi presentano alcune aree di incertezza dovute principalmente alla scarsità di dati scientifici e talvolta alla loro non concordanza, è stato scelto lo strumento della Consensus Conference per affrontare l’argomento evidenziando sia le prove scientifiche disponibili che i punti di vista delle varie figure professionali coinvolte.

Il risultato, tra gli altri, della Consensus Conference del 2010 celebrata a Roma è stato proprio quello di identificare in particolare i due momenti chiave per una corretta ed efficace diagnosi:

  • la fine della classe seconda della primaria per valutare le abilità di lettura e scrittura
  • la fine della classe terza della prima per valutare le abilità di calcolo.

Chi può fare la diagnosi di DSA?
Solitamente sono gli insegnanti che per primi intuiscono la possibilità della presenza di un disturbo nell’apprendimento, ne informano la famiglia la quale si rivolge alle strutture competenti per verificare l’effettiva presenza del DSA.

La legge n. 170 del 2010 prevede che la diagnosi dei DSA sia effettuata da specialisti del Servizio sanitario nazionale oppure da specialisti privati o strutture accreditate. Le regioni hanno però dato seguito al tema delle diagnosi DSA in modo talvolta differente, creando talvolta confusione principalmente nei genitori. Per sintetizzare l’argomento, è bene sapere che certamente in tutte le regioni sono valide le diagnosi effettuate dalle ASL.Eventuali differenze riguardano quindi solo la validità delle diagnosi emesse privatamente che non sempre sono accettate e, a seconda della regione, possono essere accettate ma solo se convalidate dall’ASL o se emesse da centri accreditati dalla ASL.

Per quanto riguarda la Toscana, è utile consultare l’elenco diffuso recentemente dall’Ufficio scolastico regionale della Regione Toscana del MIUR che elenca l’aggiornamento al 18/03/2016 delle strutture del servizio sanitario regionale e delle strutture accreditate per il rilascio della certificazione diagnostica dei disturbi specifici dell’apprendimento.

La diagnosi è frutto di alcuni test che lo specialista effettua e consegna ai genitori sotto forma di relazione contenente i risultati e le strategie da adottare per migliorare l’approccio, a beneficio naturalmente del bambino. I genitori dovranno consegnare poi questa relazione a scuola affinché vengano attivati gli interventi adatti al caso.

E dopo la diagnosi?

I disturbi dell’apprendimento coinvolgono sia i servizi sanitari specialistici che, necessariamente, la scuola; entrambe le istituzioni sono chiamate dunque a fornire risposte adeguate ai bisogni espressi dai soggetti con DSA formulando in modo organico e coerente un piano di apprendimento personalizzato.

Di fronte ad una diagnosi valida, la scuola in particolare è il luogo privilegiato dove attuare le misure e gli strumenti compensativi (ad esempio libri in formato digitale, uso di mappe concettuali, uso della calcolatrice, etc) e dispensativi (tempi maggiori per l’esecuzione di compiti, possibilità di effettuare le verifiche orali, etc) necessari per il bambino, e questo sia durante l’arco dell’anno scolastico che in sede di esami finali.

In sintesi, gli insegnanti non devono utilizzare una didattica diversa bensì una didattica che tenga conto –previa opportuna preparazione e formazione degli insegnanti stessi - dei tempi e modalità di ogni allievo; in tal senso è anche possibile effettuare questo adattamento per tutta la classe.
Non di secondaria importanza è infine il ruolo dei genitori e del contesto familiare chiamato alla massima serenità e naturalezza nell’affrontare un’eventuale problematica di apprendimento, grazie anche ad una buona informazione sul tema.